Le etichette del settore abbigliamento e calzature dovranno essere più trasparenti e la mancata rispondenza delle informazioni veicolate alle normative vigenti porterà a sanzioni più severe nei confronti di produttori e distributori.
Questo, in sintesi, il contenuto del Decreto Legislativo 190 del 15 novembre 2017 entrato in vigore effettivo lo scorso 4 gennaio. Il nuovo quadro sanzionatorio in particolare riguarda l'errata etichettatura delle calzature e delle fibre tessili e prevede un pesante inasprimento delle sanzioni nei confronti di produttori, importatori e distributori che non rispetteranno il regolamento comunitario EU 1007/2011 che regola proprio questa materia. In caso di mancanza delle corrette informazioni sulla composizione tessile all'interno di cataloghi, siti internet e quant'altro, le sanzioni pecuniarie andranno dai 1.500 ai 20.000 euro.
Si tratta di una svolta significativa nella ripartizione della responsabilità di informare correttamente il consumatore finale tra i vari attori del settore tessile e calzaturiero. Fino ad oggi, infatti, la legge prevedeva che fossero i commercianti a rispondere della correttezza delle etichette e delle informazioni in esse contenute, con la possibilità di esercitare un diritto di rivalsa nei confronti dei fornitori. Una strada quest'ultima che, nei fatti, raramente veniva perseguita a causa di apposite clausole contrattuali tra commercianti e fornitori che tutelavano questi ultimi. Con la nuova disposizione, invece, si attribuisce la responsabilità di informare il consumatore a chi, effettivamente, etichetta i prodotti, li importa o li distribuisce.