La robotica collaborativa e la tecnologia RFID sono ormai grandi protagonisti delle fabbriche e dei centri logistici, sia all'estero che in Italia. Spesso però si pensa a queste tecnologie come ancora lontane dalle necessità quotidiane delle aziende e le si immagina come entità astratte che difficilmente possono portare un vero beneficio a chi le utilizza. Naturalmente, la verità è esattamente il contrario. Per dimostrarlo, oggi ci soffermiamo su una applicazione pratica realizzata da Alfacod e Omron Industrial Automation: utilizzare un robot collaborativo antropomorfo come pallettizzatore e un portale RFID per inventariare in maniera automatica il contenuto del pallet.
Questa applicazione si chiama iPallet e consta di tre attori principali: un robot collaborativo antropomorfo (anche noto come cobot o braccio robotico), un robot collaborativo mobile (o AMR - Autonomous Mobile Robot) e un portale RFID. Immaginiamo che all'interno di un centro logistico sia appena arrivato un pallet, composto da colli etichettati in RFID. Questo pallet è trasportato da un robot mobile attraverso un portale RFID, in questo modo tutti i tag vengono "letti" e il contenuto di ciascun collo viene identificato. Non solo, il portale di Alfacod è "intelligente" perché rileva anche la direzione dell'attraversamento quindi è in grado di riconoscere che gli articoli sono in ingresso e non in uscita dal magazzino.
Una volta identificato, il pallet viene trasportato dall'AMR fino ad una rulliera accanto alla quale è posizionato un robot collaborativo antropomorfo. Questo cobot preleva i singoli imballaggi dal robot mobile, scaricando interamente il pallet. Effettuata questa operazione, lo stesso braccio antropomorfo preleva nuovi colli taggati in RFD ma che, a differenza di quelli appena scaricati, dovranno uscire dal magazzino e li impila sul pallet a bordo del robot mobile. In questo modo il cobot antropomorfo non solo è in grado di scaricare la merce in arrivo ma funge da vero e proprio pallettizzatore automatico. E non è finita qui. Il robot mobile a questo punto è di nuovo carico di merce, questa volta da portare all'esterno dell'area logistica. Ed è esattamente quello che fa, l'AMR, infatti, trasporta il nuovo pallet attraverso il portale, quest'ultimo identifica i singoli articoli e ne rileva la direzione di marcia in uscita.
Scegliere di automatizzare le attività di pallettizzazione e di inventario vuol dire incamminarsi di gran carriera verso il futuro e il raggiungimento della piena efficienza. Anzitutto, perché si vanno a rendere totalmente automatiche due attività routinarie che altrimenti avrebbero dovuto svolgere delle persone. Queste ultime sarebbero però state sottratte a mansioni ben più importanti, in cui è necessario il valore aggiunto del ragionamento. È qui che le persone possono e devono fare la differenza.
Nelle attività dove questo valore aggiunto non c'è ma anzi ci si espone a infortuni, invece, i robot collaborativi possono dare una grande mano alle persone perché riescono a svolgere quelle mansioni in maniera più veloce, sicura, efficiente e senza fermarsi mai. Per pallettizzare dei colli, un braccio antropomorfo impiega molto meno tempo di una persona, così come per scaricare un bancale e, in più, non rischia di infortunarsi. Allo stesso modo, fare l'inventario con la tecnologia vuol dire abbattere tempi ed errori di questa operazione, se poi si utilizza un robot mobile per il trasporto degli articoli da identificare, il tempo e le risorse impiegate si riducono ulteriormente. I benefici, però, non si limitano alla singola azienda che decide di implementare queste tecnologie di automazione, bensì all'intera supply chaiy che, a sua volta, diventerà più veloce e vedrà ridursi nettamente i possibili errori.