La gestione dei rifiuti urbani, la raccolta differenziata e il successivo smaltimento intelligente è un problema molto sentito da parte di ogni singolo Comune italiano. Il Progetto SORT è stato ideato nell’ambito del programma Smart Cities and Social Innovation,
approvato dal ministero dell’Università e della Ricerca e vede un investimento
di oltre 18 milioni di euro per trovare soluzioni nella gestione dei rifiuti e del
loro riciclo. Troppo spesso i cibi vengono gettati con facilità (in base alla
semplice scadenza), gran parte di essi sarebbero riutilizzabili, forse non per
noi umani, ma per la filiera zootecnica ad esempio, ideali per la produzione di
mangimi, di compost o come fonte di energia.
Il Progetto SORT, punta a riorganizzare la filiera degli
alimenti dal punto di vista logistico, della distribuzione, dell’etichettatura,
della gestione delle date di scadenza (in funzione poi dei diversi utilizzi che
ne deriveranno). SORT servirà inoltre come stimolo a dar vita a nuovi prodotti e
nuovi lavori provenienti proprio dalla trasformazione dei rifiuti.
L'esigenza principale è quella di tracciare la posizione dei vari cassonetti per la raccolta differenziata dei rifiuti e al momento della procedura di svuotamento, identificare i contenitori dei rifiuti, registrare le operazioni effettuate e memorizzare il tutto su un sistema centrale (inviando le informazioni in tempo reale o registrandole in batch).
Il progetto SORT prevede la creazione di un macchinario che riesce a spacchettare gli alimenti dai loro imballaggi, dopodiché i rifiuti passano ad una successiva fase, di riconversione in cui avviene l'identificazione e lo smistamento in automatico (per dimensioni, colore, particolarità nutrizionali, ecc.). Da qui passeranno alla fase di canalizzazione in cui tutti gli alimenti della stessa tipologia verranno uniti per essere poi spediti ad aziende che li utilizzeranno per trasformarli in: alimenti per animali, bio-concime, energia pulita e quant'altro.
Una volta realizzata l’analisi dei processi e individuate le giuste soluzioni da adottare per l’identificazione dei rifiuti, verrà svolta la progettazione di un “prototipo” che ha il compito di: separare il cibo dal proprio imballaggio, rilavorare il cibo per il suo nuovo destino e non ultimo indirizzare al ricircolo le varie parti dell’imballaggio. Per la realizzazione del “prototipo”, Alfacod si occuperà dell’area di identificazione automatica, Plastic sort dell’automazione meccanica e Curti delle parti di raccolta (cassonetto tecnologico). E’ infatti prevista la creazione di un "cassonetto intelligente", refrigerato, autonomo energeticamente, in grado di riconoscere il cibo e segnalare il momento del suo prelievo.
L’intero progetto SORT si basa sull'identificazione e il
tracciamento dei beni alimentari, per questo è stato chiesto ad Alfacod di
farne parte integrante ed offrire il lavoro dei suoi ingegneri nella scelta
delle corrette soluzioni lungo le diverse fasi, riassumibili in:
1) fase di raccolta e identificazione, viene fornita
un’identità ai beni alimentari (cosa sono, e di conseguenza come sono
assemblati);
2) fase di riconcentrazione, un sistema collega i cittadini
e gli enti proprietari dei beni alimentari a fine vita con gli operatori (il
collegamento va inteso sia in termini informatici che territoriali e
cronologici);
3) fase di spacchettamento, dei macchinari creati ad hoc, dividono gli alimenti dai
materiali di incarto, con tempi e costi ridotti;
4) fase di riconversione, una volta divisi gli alimenti,
vengono riconosciuti via identificazione univoca e un sistema individua il
canale di riconversione migliore da eseguire in funzione della collocazione dei
beni riconvertiti sul mercato;
5) fase di canalizzazione, gli alimenti vengono aggregati
secondo la tipologia di riconversione ed inviati alle industrie di
trasformazione per farli diventare cibo per animali, compostaggio o fonte di
energia.
I dati
FAO sulla perdita (loss, in grigio
nel grafico di Figura 1) e lo spreco (waste, in rosso) di alimenti nelle
diverse aree economiche del mondo mostrano come nei Paesi industrializzati lo
spreco generato dai consumatori sia di 95-115 kg/anno pro capite, molto
maggiore che nel resto del mondo.