La tecnologia RFID (acronimo di Radio Frequency Identification) sta diventando sempre di più un prezioso alleato tecnologico per le aziende contemporanee. Questo è dovuto all'estrema versatilità dell'identificazione in radiofrequenze (RFID) che ben si adatta ad applicazioni diverse in vari settori economico-commerciali e, soprattutto, ad una raggiunta maturità di questa tecnologia che oggi si presenta come altamente stabile e affidabile.
Per poter capire davvero come funziona RFID, partiamo dal principio e vediamo come è fatto un sistema RFID, quali componenti lo costituiscono e che funzione assolvono. In linea di massima un sistema RFID è composto da:
Il tag è un trasponder passivo a radiofrequenze costituito da un circuito integrato (chip) con funzioni di semplice logica di controllo, da una memoria e da un’antenna. I tag «attivi» sono provvisti anche di una batteria. Ciascun tag identifica univocamente un oggetto.
L’antenna permette la comunicazione con il tag, del quale nella maggior parte dei casi è parte integrante.
Il reader o lettore RFID è un ricetrasmettitore controllato da un microprocessore che ha il compito di richiedere e ricevere informazioni in risposta da ciascun tag. Mette in comunicazione i dati tra le antenne e il sistema di gestione.
Il sistema di gestione centrale, anche detto host management system, è un sistema informativo connesso in rete con i reader, installato su computer o server locale. Ha il compito di gestire il trasferimento dati provenienti da ogni reader, coordinandone le attività. Può «alimentare» i sistemi aziendali ad esso connesso (ERP, MES, ecc.).
A differenza di altre modalità di data capture, ad esempio il barcode, non è necessario che il lettore "spari" ogni codice ma può identificare molti tag semplicemente avvicinandosi ad una certa distanza di lettura.
Le etichette RFID, quindi, rappresentano un elemento imprescindibile dei sistemi di identificazione in radio frequenza. Ne esistono di tantissimi tipi, ognuno pensato per una specifica applicazione. Anzitutto una prima distinzione va fatta in base all'altezza delle frequenze su cui il il sistema lavora. Nel prossimo paragrafo ne parleremo più nel dettaglio, per ora ci basta sapere che se la nostra applicazione richiede alte frequenze (tipicamente 13,56 Mhz) dovremo orientarci su una certa tipologia di etichetta, se dobbiamo utilizzare altissime frequenze (860-890 Mhz) la scelta ricadrà su altri tipi di tag. Gli altri parametri da tenere in considerazione sono il fattore di forma, il tipo di antenna contenuta nel tag, il materiale e l'ingombro del tag da scegliere di volta in volta in base all'oggetto su cui dovrà essere applicato o all'interno del quale dovrà essere inserito.
Finora abbiamo soltanto accennato alla differenza tra la tecnologia RFID di tipo "passivo" e quella di tipo "attivo". La discriminante principale tra queste due tecnologie è rappresentata dall'altezza delle frequenze sulle quali lavorano. Quando si parla di RFID passivo, ci si riferisce a radiofrequenze che possono essere "basse" (low frequency -LF), "alte" (high frequency - HF), "altissime" (ultra-high frequency - UHF). In questo caso si parla di tag passivo perché il chip viene attivato solo quando viene "colpito" dalle onde radio emesse dal lettore.
Con la dicitura "RFID attivo", invece, si riferisce a una tecnologia che opera su frequenze ancora più alte, dai 3 ai 7 GHz (Ultra-wide band - UWB).
Si tratta di specifiche tecniche che si riflettono nelle applicazioni delle varie tipologie di RFID. Ogni "altezza" di frequenza ha le sue caratteristiche che la rendono più o meno adatta a determinati utilizzi. Ad esempio, le alte frequenze (HF) sono molto utilizzate nei sistemi di controllo accessi e ticketing e sono più efficaci in ambienti che presentano una forte presenza di metalli o liquidi mentre i sistemi basati su bassa frequenza sono ormai poco utilizzati.
I sistemi RFID ad altissime frequenze (UHF) hanno il vantaggio di coprire aree più ampie con un numero maggiore di oggetti tracciabili, questo li rende molto utili in applicazioni in cui i pezzi da "taggare" sono tanti. In più, attraverso, le altissime frequenze si possono realizzare sistemi di localizzazione spaziale di oggetti, persone, veicoli ecc..
Quest'ultima applicazione, ovvero i sistemi di geolocalizzazione in tempo reale (RTLS), è però il terreno fertile dell'Ultra-wide band o RFID attivo. Questa tecnologia, infatti, lavorando su frequenze estremamente elevate è in grado di garantire una maggiore precisione nella localizzazione e un tasso di aggiornamento degli spostamenti altissimo. Quest'ultimo aspetto è fondamentale nella riproduzione video degli spostamenti degli oggetti taggati che si muoveranno sul nostro schermo senza "scatti" e praticamente in tempo reale.
Una volta capito come funziona RFID, andiamo a vedere come usarla nel pratico. Questa tecnologia offre uno spettro di applicazioni molto ampio, che tocca tutti gli ambienti e i settori operativi, dalla logistica e supply chain alla produzione, passando per il retail e la GDO. Le principali finalità della tecnologia RFID sono quelle di ricerca, identificazione, localizzazione spaziale e tracciamento movimenti. Nel mondo della logistica un'applicazione particolarmente apprezzata per la sua efficacia e per l'efficienza che porta ai vari processi è rappresentata dall'installazione di varchi logistici dotati di antenne RFID che al momento del passaggio di colli, prodotti e pallet (anche a bordo di muletti) opportunamente taggati, ne identificano immediatamente il contenuto e, grazie al sistema di gestione, i dati vengono trasferiti in tempo reale al gestionale per un aggiornamento immediato. Lo stesso principio può esser sfruttato anche con varchi più piccoli, adatti al mondo del retail, per inventariare e identificare prodotti in uno o più negozi.
In ambiente produttivo, i tag possono essere posti sui pezzi necessari per produrre un componente, tracciando così le varie fasi di produzione anche sfruttando la comunicazione con il MES aziendale.
Vi è poi, naturalmente, l'applicazione forse più interessante: la localizzazione spaziale. Attraverso la tecnologia RFID attiva o passiva (a seconda del grado di precisione richiesto) si può geolocalizzare in tempo reale qualsiasi cosa e tracciarne i movimenti, si tratti di persone, mezzi, merci, attrezzature ecc. Questo è particolarmente utile in ambiente di magazzino perché permette di ottimizzare i flussi, i percorsi di veicoli e operatori tra le corsie, evitare colli di bottiglia e rendere gli spostamenti molto più efficienti, abbattendo tempi morti e problemi di traffico.
Allo stesso modo nel mondo dello store la geolocalizzazione permette di acquisire informazioni preziosissime nell'ambito del proximity marketing. Ad esempio si può sapere dove le persone si fermano per più tempo e posizionare lì i prodotti maggiormente interessanti o, al contrario, capire quali aree del negozio attraggono poco l'interesse dei clienti. È possibile creare applicazioni ad hoc che inviino offerte o coupon durante il percorso del cliente nelle varie zone del negozio, consigliargli abbinamenti in base ai prodotti già acquistati e tanto, tantissimo altro.
Questo è solo un brevissimo sommario delle svariate applicazioni che la tecnologia RFID rende facilmente realizzabili ma, naturalmente, le possibilità e gli scenari di utilizzo sono davvero senza confini.